giovedì 19 marzo 2009

AURELIO GABRE' - Archivio privato



Evviva. Abbiamo anche noi un recensionista. E mica uno qualsiasi. Viene a trovarci sul nostro blog il professor Evaristo Benito Paracarro (meglio conosciuto come Conte Tacchia) autorevole esperto della musica italiana di oltresecolo. Ci manda questa raccolta tratta dalla sua raccolta personale di oltre 159mila vinili. Evaristo vive nella sua tenuta di famiglia vicino a Latina insieme alla sua attuale moglie Veronica di 42 anni. Compie tra pochi mesi 102 anni. Piccante in ogni sua affermazione è veramente un personaggio del quale il blog non poteva a meno. La sua conoscenza musicale è immensa e nei momenti di lucidità racconta anedotti veramente incredibili.
Siamo lieti di averlo tra noi e sarà presente ogni settima finchè Dio vorrà.

Biografia molto lacunosa per quanto riguarda sia il cognome all’anagrafe (Aurelio Cimata, oppure Cimmati) sia le date di nascita e di morte – 1888 o 1890 la prima, 1945 o 1946 la seconda – nonché la città in cui si spense (alcuni indicano Prato, altri Siena e altri ancora Ascoli Piceno) di uno fra i più popolari cantanti italiani della prima metà del Novecento, che vide il suo apogeo negli anni ’10 e ’20. Allievo di Rodolfo Falvo (ex interprete di varietà divenuto celebre come autore di “Guapparia”), si specializza nella canzone napoletana e – dopo il debutto al Teatro Maffei di Torino (1913) – già a partire dal 1914 figura nel cast artistico di Piedigrotta. Raffinato ed elegante nella proposta del repertorio, con uno stile sobrio e lontano dagli eccessi dannunziani, miete successi prima nell’ambito del café chantant poi in quello del tabarin, approdando infine all’avanspettacolo negli ultimi anni senza realizzare l’ambizione a lungo coltivata di inserirsi fra le voci della radio dell’epoca. Tra i suoi principali successi “Tango delle capinere”, “Quel ritmo americano” e “Miniera
Fratello di Michele Cimato, anch'egli cantante con il nome d'arte di Miscel, Gabrè debutta al Teatro Maffei di Torino nel 1913. In quell'anno le case produttrici di grammofoni sono già 46, solo l'anno prima il disco aveva sostituito il cilindro e a Milano veniva fondata la Società nazionale del grammofono. Con un'impostazione da tenore leggero, è il primo che tenta di uscire dagli schemi del tabarin raccontando sentimenti comuni in un'epoca in cui le canzoni di moda, interpretate da Gino Franzi o da Anna Fougez, sono popolate da figure di prostitute e gigolò sulla strada del vizio. Artista eclettico, capace di passare dalla patriottica La Canzone del Piave (E. A. Mario, 1918) alle canzoni napoletane del varietà, nel 1914 viene inserito nella Piedigrotta Poliphon e ha successo cantando Napule! (Murolo-Tagliaferri, 1919), Brinneso (Bovio-Valente, 1922) - il cui primo interprete, Gennaro Pasquariello, alla prima esecuzione in pubblico concesse ben undici bis del brano - Piscatore 'e Pusilleco (Murolo-Tagliaferri, 1925) e molte altre, tanto è vero che in quel periodo viene paragonato allo stesso Pasquariello e al compositore-cantante Giovanni Donnarumma (Napoli, 1877-1949). Gabrè esprime i buoni sentimenti con una retorica piccolo-borghese, ha una tecnica più da fine dicitore che da cantante e per lui, dalla metà degli anni Venti, gli autori Cesare Andrea Bixio e Bixio Cherubini firmano un successo dopo l'altro, come Tango delle capinere (1928), Miniera (1927) o Scintilla (1928), nel quale la donna traditrice muore con l'amante nella casa deputata agli incontri clandestini. In Italia si balla il tango, approdato in Europa nel 1913, il foxtrot, osteggiato dalla chiesa cattolica, il charleston e il black bottom; nel 1924 il Partito Nazionale Fascista ordina di presentare le canzoni straniere con parole tradotte e il 17 novembre 1927 nasce l'EIAR. Raffinato d'aspetto e sobrio sulla scena, Gabrè tenterà inutilmente di entrarvi come cantante, nonostante il suo repertorio costituisse una sorta di easy listening dell'epoca. Interprete della cosiddetta canzone-feuilleton, nel 1928 firma un contratto con la Parlophone e viene allineato, volente o nolente, alla linea culturale del regime fascista, che intende contrastare il maledettismo del tabarin e della nuova musica d'oltreoceano: il jazz. Il programma del 1929 dedicato ai ritmi, Eiar Jazz, viene abolito l'anno dopo mentre Gabrè canta Quel ritmo americano (Frassinett, 1929) e Villico black bottom (Rulli-Bruno, 1928).Mentre Miscel continua la strada aperta del fratello, esibendosi a Roma tra il 1925 e il 1935 e impersonando in maniera più esplicita e meno innovativa i modelli della cultura italica imperante, mammona e deamicisiana, Gabrè scompare gradualmente dalle scene e muore probabilmente in Toscana, subito dopo la fine della guerra.
N.D.R. recensione di conte tacchia - non si garantisce l'autenticità

01 - Aurelio Gabré - Tango Delle Capinere
02 - Aurelio Gabré - Quel Ritmo Americano
03 - Aurelio Gabré - Miniera
04 - Aurelio Gabré - Senza Fretta
05 - Aurelio Gabré - Re Di Cuori
06 - Aurelio Gabré - Allegri Scapoli
07 - Aurelio Gabré - Scintilla
08 - Aurelio Gabré - South America
09 - Aurelio Gabré - Villico Black Bottom
10 - Aurelio Gabré - Naja
11 - Aurelio Gabré - La Leggenda Del Piave
12 - Aurelio Gabré - Chimere

tnx contetacchia
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